Riflessione per la domenica delle Palme (24 marzo 2024)

 



Entriamo nella settimana santa e contempliamo Gesù entrare in Gerusalemme per dare compimento della sua opera di salvezza.

Contempliamo il mistero della passione: la sofferenza innocente e redentrice del Figlio di Dio. Ma fermarsi alla contemplazione del dolore sarebbe troppo riduttivo, non ci porta tanto lontano e non ci comunica la buona notizia che attendiamo!

In questi giorni siamo però invitati a contemplare questo mistero della passione anche sotto un altro punto di vista. Il termine “passione” viene utilizzato per descrivere gli ultimi drammatici momenti della vita di Gesù, ma, se ci pensiamo bene, questa parola viene utilizzata per descrivere anche un grande amore, appassionato e irresistibile.

Per amore ci si dona totalmente, si fanno cose impensate e per amore si è disposti anche a morire. Quando viene meno questa passione, invece, la relazione si spegne, si crea distanza, e l’indifferenza rischia di far scomparire l’altro dal proprio orizzonte.

La passione di Gesù che contempleremo è principalmente il frutto dell’amore, e non degli eventi, della fatalità e di giochi di potere, sebbene anche questi non si possono escludere.

Gesù, di fronte alla sua passione, la accoglie, non la subisce… anzi la sceglie!  Per passione e per amore dell’uomo, Gesù abita ogni “luogo della vita”, anche quello più distante da una “pienezza di vita”: la sofferenza, la violenza, l’ingiustizia, la morte!

Come per dire che il Signore ha abitato ogni situazione e ogni condizione dell’uomo, perché anche lì dove tutto sembra essere “diminuzione” di vita, ciascuno di noi possa sperimentare la presenza di Dio che ha voluto abitarla, precedendoci! E allora non si è più soli nell’attraversare la morte, la sofferenza, l’ingiustizia, la violenza.

Non c’è luogo della vita umana dove non sia possibile incontrare il Signore… perché come amante folle, accetta di stare nei luoghi più scomodi per farsi trovare. Tanto grande è la passione di Dio per noi che non ci abbandona a noi stessi… non ci abbandona anche lì dove non solo patiamo la sofferenza, la malattia, la morte, ma non ci abbandona anche se, non sia mai, prendessimo strade che si allontanano da Lui… … Lui ci precede in ogni luogo, per farsi trovare, per ricondurci al Padre.

Questi giorni di passione allora alimentino in noi lo stupore per un immenso amore di Dio per noi, che ci raggiunge negli anfratti più remoti dove andiamo a rintanarci.


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