Dall’omelia “Sul santo e grande sabato” dello Pseudo-Epifanio (30 marzo 2024)
Che è questo? Oggi c’è
un grande silenzio sulla terra, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio,
perché il Re dorme; la terra è intimorita e tace, poiché il Dio fatto carne si
è addormentato e ha risvegliato coloro che da secoli dormivano. Il Dio fatto
carne è morto e gli inferi hanno tremato. Dio per un poco ha dormito e ha
risvegliato quelli che sono negli inferi…
Dove sono lo
scompiglio di poc’anzi, le grida, i clamori contro Cristo, o empi? Dove sono i
popoli, dove l’opposizione a Cristo, dove le schiere, le armi, le lance? Dove i
re e i sacerdoti e i giudici che vengono condannati? Dove le lampade, le spade,
gli strepiti confusi? Dove i popoli, l’arroganza e la prigionia irriverente?
Davvero dove sono, dal momento che per davvero i popoli hanno meditato cose
vuote e vane? Oggi c’è salvezza per quelli che sono sulla terra e per quelli
che da secoli sono sotto terra; oggi c’è salvezza per il mondo, tanto il
visibile che l’invisibile. Oggi duplice è la venuta del Signore, duplice il
disegno di salvezza, duplice l’amore per gli uomini, duplice lo scendere e il
condiscendere, duplice la visita agli uomini. Dio viene dal cielo sulla terra,
dalla terra sotto terra. Le porte degli inferi si aprono. Voi che da secoli vi
siete addormentati, esultate! Voi che sedete nella tenebra e nell’ombra di
morte, accogliete la grande luce! Il Signore sta con i servi, Dio con i morti,
la vita con i mortali, l’innocente con i colpevoli; con quelli che sono nelle
tenebre, la luce senza tramonto; il liberatore con i prigionieri; con quelli
che vivono nei luoghi inferiori colui che vive al di sopra dei cieli. Cristo è
sulla terra, lo crediamo. Cristo è tra i morti, scendiamo con lui e
contempliamo i miracoli compiuti anche lì. Conosciamo i miracoli nascosti sotto
terra di Colui che è Nascosto: impariamo come l’annuncio si è manifestato anche
agli inferi… Ascolta e canta, ascolta e celebra, ascolta e annuncia le grandi
meraviglie di Dio.
Al momento della
passione di Cristo sono apparsi in Sion due popoli, l’uno proveniente dai
giudei, l’altro dalle genti; due re, Pilato ed Erode; due sommi sacerdoti, Anna
e Caifa; affinché le due pasque si celebrassero insieme, l’una che si compiva,
l’altra che cominciava. E questo dove avvenne? In Sion, nella città del grande
re, nella quale è stata operata la salvezza in mezzo alla terra; in mezzo a due
viventi è riconosciuto il Figlio di Dio, in mezzo al Padre e allo Spirito, i
due Viventi, Lui, vita dalla vita, come è detto, vivente riconosciuto e
generato in mezzo ad angeli e uomini in una mangiatoia, posto come pietra
angolare in mezzo a due popoli, annunciato in mezzo alla Legge e ai profeti,
contemplato sul monte in mezzo a Mosè e a Elia, in mezzo ai due ladroni
riconosciuto Dio dal buon ladrone, assiso in mezzo alla vita presente e alla
futura quale giudice eterno, operante duplice vita e salvezza in mezzo ai
viventi e ai morti…
Giunta la sera, due
discepoli nascosti vengono a nascondere Gesù nel sepolcro, insegnando il
Mistero nascosto nel sepolcro del Dio, che nel suo nascondimento si è nascosto
nella carne… Dove va? Dove si presenta Colui che non può essere trattenuto
dalla morte? Quale il motivo? Quale il modo? Quale la decisione di scendere
negli inferi? Veramente va a cercare il primo uomo plasmato, come pecora
perduta. Insieme scendiamo, insieme facciamo festa, affrettiamoci,
accompagniamo, proclamiamo, vedendo la riconciliazione di Dio con gli uomini e
la liberazione dei condannati operata dal Signore buono. Colui che per natura
ama gli uomini va con forza e potenza a trarre fuori quanti da secoli sono
prigionieri… Tutti i profeti e i giusti da là offrivano a Dio in segreto continue
suppliche, chiedendo la liberazione da quel dolore e da quella notte triste,
tenebrosa, dominata dal Nemico e senza tramonto. E l’uno diceva a Dio: “Dal ventre degli inferi ascolta la mia
voce”; e un altro: “Dal profondo ho
gridato a te, Signore, Signore, ascolta la mia voce”; e un altro: “Mostraci il tuo volto e saremo salvi”;
e un altro: “Tu che siedi sui cherubini,
mostrati”; e un altro: “Risveglia la
tua potenza e vieni in nostro soccorso”; e un altro: “Non abbandonare la mia vita negli inferi”…
Affrettiamoci,
dunque, e con la nostra mente andiamo negli inferi per vedere come là
fortissimo, con forza domina il dominatore della forza e con tutto il popolo
ben addestrato sottomette con il suo fulgore quelle schiere immortali senza
armi. Senza esitare, dal centro ha innalzato le porte, ha spezzato i portoni
non lignei, con il legno della Croce. Con chiodi divini, ha infranto e
schiacciato le eterne sbarre; là ha spezzato le forze degli archi, quando sulla
Croce, come su un arco, ha disteso i nervi delle sue mani divine, e ha sciolto
come cera le catene che non si potevano sciogliere.
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