VITA DELL’ANIMA : VEGLIA

 


VITA DELL’ANIMA : VEGLIA

Nell’immediato dopo-Concilio ( anni ‘70 ) per, diciamo, invogliare i religiosi ad alzarsi per la preghiera notturno delle vigilie(quella delle 4.00 del mattino) era stato composto un ritornello formulato quasi come uno slogan: "Il Signore ha promesso la corona a coloro che vegliano; alziamoci allora prima dell’aurora!”. A distanza di cinquant'anni possiamo chiederci se la veglia cristiana implichi necessariamente la rinuncia al giusto sonno. E se non ci sia forse un significato più profondo.

Siamo entrati nel tempo liturgico dell’Avvento o venuta: tempo di veglia, di vigilanza e di più grande sobrietà, ma anche di gioiosa attesa. Il tema della veglia ha sempre caratterizzato i cristiani fin dall’inizio, soprattutto le comunità religiose ed in particolare quelle monastiche come noi a Pra ‘d Mill. Ma che cosa vogliamo dire con questa preghiera notturna? Ebbene noi siamo come quella gente che aspetta alla fermata dell’autobus... La vediamo al mattino, a mezzogiorno, alla sera soprattutto che si accalcano attorno alle capannine delle fermate ( in questo ultimo mese purtroppo un po' meno). Queste persone di per sé non hanno molta importanza( niente contro chi usa i mezzi pubblici...Al contrario!) Ma nessuno si cura in particolar modo di esse. Però queste persone ci dicono qualcosa. 

Che cosa ci dicono? Ebbene ci dicono che prima o poi ( più poi che prima...siamo in Italia…) l’autobus arriva. Ecco il senso della comunità religiosa: dire col nostro abitare in questo luogo, col nostro pregare, col nostro lavorare, col nostro accogliere che, non l’autobus, ma Dio stesso prima o poi arriva! Anzi che ritorna perché é già venuto ma in pochi lo hanno riconosciuto perché se lo aspettavano diversamente. Ma per poter continuare a dirlo, anche noi dobbiamo ridircelo gli uni gli altri. Rituffarci ogni giorno nel Vangelo. Ecco il senso della nostra preghiera notturna (poi, per recuperare la levataccia, dopo pranzo abbiamo un momento di siesta!)

Un testo che sicuramente è alla base della riflessione cristiana sulla veglia è la parabola detta delle dieci vergini che abbiamo ascoltato qualche domenica fa. La parabola parla appunto di dieci vergini o ragazze che si preparano ad un ricevimento dato da uno sposo il che avverrà di sera per cui le ragazze devono munirsi di lampade ed in più di una riserva d’olio, cosa quest’ultima che cinque fanno e le altre cinque no. Personaggi, circostanze che non ci parlano più molto, riti che non sono più i nostri. Ma un’immagine ancora ci è familiare. 

La parabola ci propone un invito a nozze e non a delle nozze qualsiasi...Se un vip del cinema o una cantante di successo o un magnate dell’industria ci invitasse a nozze senza nemmeno chiederci un regalo, non ci precipiteremmo per trovare un abito decente e poter partecipare? Ebbene qui è nientepopodimeno Dio stesso che ci invita alle nozze di suo figlio...E un invito da urlo! Una cosa sola ci chiede Dio: far provvista di olio e tenere accese le nostre lampade. 

In proposito, un dettaglio ci lascia forse un po' perplessi: alla domanda delle ragazze negligenti, le ragazze previdenti oppongono un categorico rifiuto. In un contesto evangelico, ci verrebbe da dire, la cosa non è molto caritatevole...ma qui si tratta di una parabola che ci propone  non un discorso etico ma profetico...Dopo aver letto alcuni commenti, penso che l’olio sia la fede. Attitudine che , come abbiamo già visto, non è semplicemente adesione ad un dogma o ad un codice morale ma l’adesione alla persona di Gesù Cristo, adesione personale,  dopo aver fatto esperienza della sua bontà e misericordia. Toccati dal suo amore, nasce in noi il desiderio di amare. Si sprigiona per cosi dire, dal nostro olio la fiamma della carità!

Ecco perché vegliare: per poter udire quest’invito e rispondere prontamente e partecipare così alle nozze; alla comunione con Dio. Molti altri poi ci proporranno inviti a cene, pranzi ed eventi vari di ogni genere, promettendoci benessere, tranquillità, allettando la nostra pancia...Ma se teniamo ben visibile sulla nostra scrivania quest’invito; se ogni giorno frequentiamo la Parola, il Vangelo, difficilmente ci lasceremo distrarre da inviti che si propongono di appagare in noi dei bisogni ma non colmano i nostri desideri più profondi. 

La veglia dunque non implica sistematicamente di privarci del giusto sonno: si tratta di essere vigilanti sul nostro cuore, facendo buon uso della propria intelligenza, della propria capacità critica, tenendo acceso i desiderio. Fermiamoci poi ogni tanto per ascoltare la voce di Dio che lì ci parla e ci chiama all’incontro con lui. Papa Francesco parla spesso in proposito di discernimento: consiste nel vagliare, setacciare come si setaccia il grano per riconoscere da noi stessi ciò che ha consistenza, ciò che ha peso e lasciar perdere ciò che è paglia e non ci farà felici. Buon cammino e buona e gioiosa attesa! 

Fr Bernardo

 


Commenti

Post più popolari