Omelia per la Veglia di Pasqua - 20 aprile 2025

 










Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

È bello celebrare la Pasqua facendo nostre le parole degli angeli alle donne! Una Parola che scuote e che fa crollare tutte le nostre resistenze e le nostre false illusioni, con la stessa potenza con la quale fu rotolata via la pietra del sepolcro. Il Signore desidera profondamente che noi gustiamo la gioia della Pasqua e smonta ogni nostra riluttanza.



Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

… potremmo anche dirla in questo modo: perché cercate vita dove vita non c’è?

Questa sera accogliamo questa domanda come un tesoro prezioso poiché questa domanda ci restituisce una identità e ci offre dei criteri per entrare pienamente nel mistero della Pasqua.

 Innanzitutto ci restituisce una identità!

“Perché cercate?”

Ogni uomo è per sua natura un cercatore. Questo lo sappiamo già, ma al tempo stesso dobbiamo recuperarne la piena consapevolezza. Sappiamo di essere sempre alla ricerca di qualcosa che riempia la nostra vita, che ci “realizzi”. Cerchiamo il senso delle cose, cerchiamo di entrare nelle relazioni in modo pieno, nella speranza che siano significative. Cerchiamo di raggiungere obiettivi. Insomma siamo dei cercatori e ci piace presentarci così. Anzi spesso ci ritroviamo a giudicare le persone che si accontentano e che rinunciano al loro essere cercatori, come persone che hanno una vita mediocre, piatta, noiosa.

 Ma poi possiamo veramente dire che siamo dei cercatori? Possiamo affermare che questo è il nostro modo di essere al mondo? Se ci mettiamo in ascolto del nostro cuore, e se osserviamo le nostre “ricerche” forse scopriamo che, sebbene sempre in movimento, desideriamo piantare radici, piantare tende, costruire dimore, dove dar fine alle nostre ricerche. Un luogo ed un tempo dove poter dire: Abbiamo trovato ed ora possiamo fermarci, possiamo riposare!

Aspirazione legittima, vero! Aspirazione che sostiene ogni ricerca… se non ci fosse un obiettivo mai definito, il cercare sarebbe solamente frustrazione. Ma vedere tale questione da questo punto di vista potrebbe rischiare di portarci fuori strada.

Ci muove, certo, un anelito, un desiderio di trovare. Ma forse dobbiamo riscoprire che lo stile del credente, al quale gli angeli ci provocano questa notte, non è tanto quello di chi cerca di giungere ad una meta, ma quello di vivere con gioia l’essere in cammino. Poiché quel Signore che cerchiamo non è il Dio da raggiungere, ma il Dio con il quale camminare, il Dio che ci è dato di scoprire come compagno.

Il Signore, Colui che gli angeli annunciano come Vivente, dissemina la storia - la nostra storia - di tanti segni che dicono la sua presenza, anche se sembra divertirsi a scomparire da davanti ai nostri occhi ogni qual volta ci sembra di trovarlo, ogni volta che cerchiamo di possederlo.

Non mi trattenere! Dirà Gesù alla Maddalena. Non fermarti davanti alla meta di un cammino che ti sembra di aver concluso, perché questa meta è simile ad un sepolcro… non c’è vita, non è qui che lo si trova!

Non è qui il termine del cammino! È sempre più in là, come sempre nuova è la rivelazione del volto di Dio che ci attende. Ma in questo viaggio verso l’ “Oltre”, il Signore si fa anche compagno di cammino!

 Perché cercate tra i morti Colui che vive?

Una domanda che ci ha comunicato dunque una identità, ma che ci offre anche dei criteri.

Dove cerchi vita? perché cerchi dove vita non c’è?

Il nostro cercare è un cercare la Vita, lì dove si presenta. Perché è la Vita, quella divina che si nasconde nelle pieghe dell’umano, che ci guida e ci conduce.

È bello ripercorrere le letture di questa veglia contemplando alla “vita” che pullula.

C’è una Vita che esplode nell’universo creato da Dio. C’è Vita che è annunciata nella discendenza di Abramo. C’è Vita che viene da una liberazione dalla schiavitù. C’è Vita che viene dal sapere che non si è abbandonati. C’è Vita che è preparata in un banchetto al quale siamo eternamente invitati. C’è Vita in un cuore nuovo donato! C’è una Vita che è più forte della morte, c’è una Vita che non si riesce a rinchiudere nelle mura di un sepolcro.

 C’è Vita nelle pieghe dell’umano…

Eppure invece di cercare la vita, spesso ci ritroviamo come le donne in corsa verso i sepolcri chiedendo vita a ciò che è morte!

Perché cerchi vita dove vita non c’è? Ci gridano gli angeli questa notte!

Perché domandi vita alle piccole compensazioni che fanno evadere dal reale, dal presente portandoci distante da Dio che abita il nostro presente?

Perché domandi vita alle tue paure, dialogando con esse e lasciando che la tua mente ti faccia credere che il tuo compagno di cammino sia una minaccia e il tuo pensare condizioni il tuo agire?

Perché domandi vita alle tue tristezze, accarezzandole e ripiegandoti su di esse e perdendo di vista gli orizzonti lontani della speranza?

Perché domandi vita ai tuoi risentimenti, ai tuoi rancori e alle tue rabbie, come fossero i custodi della tua vita, lasciando che l’amarezza e la solitudine ti divorino?

Perché domandi vita alla forza delle tue braccia invece di spiegare le vele al vento dello Spirito? Perché esigi vita dalla tua forza di volontà invece di abbandonarti all’amore provvidente di un Padre?

Il Signore non è qui… in questi sepolcri che ci tengono prigionieri! Il Signore è risorto e con Lui possiamo avere il coraggio di mollare la presa su tutto ciò che “dobbiamo difendere”. Non dobbiamo avere più paura, non si deve più rattristare il nostro cuore! Il Signore è risorto e in Lui troviamo la nostra pace, in  Lui troviamo la nostra stabilità, in Lui troviamo la nostra speranza.

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Questo grido degli angeli è l’annuncio della Pasqua. Che questo annuncio sbricioli ogni nostra resistenza, ci accompagni a credere che la morte non ha più potere! Risorti in Lui e con Lui, riscopriremo il gusto della Vera Pace, della Vera Vita!

Cristo è risorto!


fr. Emanuele 



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