Riflessione per la solennità della Presentazione al Tempio del Signore - 2 febbraio






 Solennità della Presentazione al Tempio di Gesù
Lc 2, 22-40

Alle origini della storia un uomo e una donna… le prime pagine della Bibbia ci parlano di un uomo e di una donna e della loro relazione con Dio. Una relazione incrinata dal tentatore. Una relazione che si tramuta in fuga, in nascondimento, in menzogna, in scarico di responsabilità “la donna che TU mi hai messo accanto… il serpente mi ha ingannata…”.

Un’altra donna, un altro uomo incontriamo nel vangelo di oggi.

Questa donna e quest’uomo, Anna e Simeone, stirpe di Abramo di cui Egli si prende cura, invece attendono la consolazione di Israele, la redenzione di Gerusalemme e a loro è promesso che avrebbero visto il Signore prima di morire. Ed è a questa umanità, l’umanità di 2000 anni fa e di tutti i tempi che il Signore va ad incontrare. Portato da Maria sua madre e da Giuseppe, è presentato al tempio, è condotto incontro al Suo popolo, è introdotto nel cuore di ogni uomo e di ogni donna che attendono una consolazione, che attendono una completezza… Gesù gli si fa incontro, appena nato vuole annunciarsi, vuole farsi spazio nel tempio di Gerusalemme, nel cuore di ogni uomo…. Entra piccolo, come seme nel cuore della terra perché possa farsi spazio, possa mettere radici e germogliare portando frutto. Entra come piccola e fragile fiammella.... in fondo non basta tanto per illuminare un antro buio, per svelare i pensieri dei cuori…. Perché questa rivelazione, questo svelamento sia per la caduta e la risurrezione.

Caduta E risurrezione, non caduta o risurrezione. Non è la resa dei conti, non è il tempo degli scrutini in cui si è promossi o bocciati, ma è il tempo di verità, è l’occasione di essere liberati.

La liberazione che segue alla prigionia, la risurrezione che segue alla morte, il perdono che segue alla colpa…. Non c’è nulla allora di irrimediabile, ma nelle mani di Dio tutto concorrere al bene di coloro che lo amano.

Allora con Paolo possiamo dire: Dov’è o morte la tua vittoria, dove o morte il tuo pungiglione, Siano rese grazie a Dio che ci da vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo …. Felice colpa che ci ha meritati un così grande salvatore.

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