Omelia per la Solennità di San Bernardo di Chiaravalle (20 agosto 2024)

 




Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 17, 20-26)

 

    In quel tempo Gesù disse: “Io non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.

  Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».



La festa di San Bernardo ci dà l’opportunità di soffermarci su questa Parola di Dio così ricca, bella e al tempo stesso così provocante.

È una parola ricca e bella perché ci dice che c’è per noi una consolazione ed è quella di sapersi presenti nella preghiera di Gesù.

non prego solo per questi ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola!

 Siamo nella preghiera di Gesù, proprio io, proprio tu… ciascuno di noi è presente nella mente di Dio da sempre. E da questa preghiera e da questa volontà di Gesù siamo custoditi e accompagnati: 

            Voglio che quelli che mi hai dato siano con me dove sono io!

 Se ci pensiamo non è poca cosa! dovrebbe essere una verità che ci sconvolge, che dovrebbe trasfigurare il nostro sguardo sulla vita e segnare ogni nostra scelta!

Siamo nelle Sue mani, siamo nella Sua preghiera e malgrado le nostre resistenze o le nostre paure, il Suo desiderio, la Sua volontà si compie e si compirà in noi. Essere in Lui, partecipi della Sua Gloria, oggetti dell’amore del Padre. È una consolazione, è una speranza, ma è anche una certezza.  

Ma la seconda lettura, tratta dalla prima lettera ai Corinzi (1 Cor 2, 10-16), ci provoca ricordandoci un’altra verità

L’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle….

C’è una via regale, nella quale siamo invitati ad entrare con Gesù ed in Gesù: la via della Pasqua. Ma con le nostre forze e con il nostro intelletto non possiamo sapere cosa significhi questo nella nostra vita… forse lo possiamo riconoscere solo dopo averla attraversata.

Entrare nella gloria di Gesù, essere uno con  Lui nella sua Pasqua non significa certo vivere alla lettera ciò che Gesù ha vissuto, ma siamo e saremo chiamati, per certi versi, anche noi a morire per rinascere. Forse questo accadrà più volte nella nostra vita, fino a quella morte che ci introdurrà alla vita eterna, quando il nostro più vivo desiderio sarà colmato: quello di vedere Dio, contemplare il Suo volto nell’eternità.

Invitati ad entrare nella Pasqua di Gesù… non è qualcosa che si fa in modo volontaristico, ma accade nella nostra vita quando ci troviamo davanti ad una Parola che ci invita a compiere qualche passo di libertà, quando le nostre convinzioni non “tengono più” e sembrano vacillare, quando ci sembra di non avere alcuna risorsa per attraversare le sfide che una vita ci pone davanti. Se guardiamo poco avanti a noi il terrore ci assale perché ci sembra di non avere forza per avanzare nel cammino… è tutto troppo grande per noi!

In alcuni momenti della nostra vita ci sembra di avere l’energia sufficiente per arrivare a fine giornata, ma nessuna risorsa per tempi futuri. Eppure ci sembra che tutti i passi fatti fino a quel momento siano stati passi accompagnati, passi benedetti.

Dobbiamo fidarci, sembra dirci la parola di Dio di oggi. La preghiera di Gesù ci preserva e ci conduce, forse per vie che non ci sono comprensibili ora. Siamo in grado di fare solo un passo alla volta e va bene così… questo solo basta.

C’è infatti una logica e una sapienza che viene da Dio che parla una lingua diversa da quella di noi uomini… e che la sapienza umana non sempre riesce a riconoscere. La logica della Pasqua sfugge dalla nostra comprensione molto legata ad una logica di causa-effetto, alla logica di merito… siamo invitati a fare fiducia a Dio, a rimetterci nelle Sue mani, credendo in un compimento che il Signore va ad operare.

È stato così per la vita di Bernardo. La sua vita ha trovato compimento, forse in modo diverso da quanto si sarebbe immaginato. Approdando al monastero di Citeaux, nuova fondazione che voleva fare della semplicità e della marginalità alcuni dei suoi pilastri, non avrebbe mai immaginato di dover servire il Cristo e la Sua Chiesa in giro per l’Europa.

È stato così per la Vergine Maria, tanto cantata da Bernardo, la quale sposa una volontà di Dio che la supera, andando al di la della sua comprensione… si limita ad aderire alla vita che le è proposta, meditando e custodendo nel cuore… in attesa di una comprensione che solo lo Spirito di Dio può dare, una comprensione pasquale… di una Vita Nuova che è donata.

Lo è e lo sarà anche per noi, se avremo la pazienza e coltiveremo la fiducia di abbandonarci nelle mani del Padre, che compie la sua opera in noi, per vie che a noi ancora non sono note.

Chiediamo l’intercessione di Bernardo affinché non temiamo di attraversare quello che la vita ci presenterà, con la fiducia che ogni cosa ci condurrà alla comunione più intima con il Cristo, nostro unico desiderio.  

 

 

 

 

 

 


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