Omelia per la Festa della Trasfigurazione - 6 agosto 2025


 


Anche noi saliamo sul monte con Gesù, in questa festa della Trasfigurazione. Saliamo sul monte desiderosi di un incontro.

Gesù era salito sul monte per pregare il Padre, ci dice l’evangelista Luca, così come, attraverso le pagine della Scrittura ci è narrato che erano saliti Mosè ed Elia. Anche loro desiderosi di un incontro!

Sembra che la montagna sia il luogo privilegiato per questo incontro. Si è più vicini al cielo.

 

E Mosè ed Elia si fanno portavoce dei nostri desideri.

Forse siamo desiderosi di un incontro che ci restituisca la chiarezza di una via da seguire o che si manifesti attraverso tuoni, fulmini e dense nubi… insomma attraverso l’esperienza forte di un Dio che scuote… come era stato per Mosè e il popolo che usciva dall’Egitto. Oppure abbiamo sete di un incontro che è custodito dal sussurro di una brezza leggera, dal silenzio che, impercettibile, rivela però un Volto di Dio presente e che si prende cura. Ed è per percepire questo che dobbiamo ritagliarci tempi e spazi di silenzio.

 

Oppure siamo desiderosi che il volto di Gesù si trasfiguri anche per noi, che appaia come una luce che rischiara le nostre tenebre, che ci rassicuri nel nostro cammino. Anche noi desiderosi di partecipare a qualcosa che Gesù ha vissuto, quando la sua umanità è stata trasfigurata.

Ed è interessante il dettaglio che forse ci sfugge: la sua umanità che non è cambiata ma trasfigurata (!!)  portando alla luce quanto era già presente nella sua carne, ma semplicemente nascosta.

L’esperienza che i discepoli fanno sul Tabor è quella di contemplare la realtà del mistero dell’Incarnazione: Gesù vero uomo e vero Dio, l’amato dal Padre, colui che siamo chiamati ad ascoltare. Ma la festa di oggi infatti non ci consegna solamente la verità su Dio, in Gesù. Ci indica anche una verità che è la nostra: anche le nostre vite sono chiamate a trasfigurarsi. Attenzione! Non a cambiare ma a trasfigurarsi, a mostrare quanto di bello e di vero è già in noi, ma che deve tornare alla luce.

Siamo figli di Dio, siamo creature amate, pensate. E il Signore sta operando affinchè ciò che è ancora nascosto in noi rinasca, venga alla luce.

Troppo spesso nelle nostre convinzioni, nei nostri pensieri e parole, ci fissiamo pensando che la nostra vita debba cambiare! In parte è anche vero questo! Ma se ci fissiamo troppo su questo punto rischiamo di coltivare solamente la convinzione che c’è una parte di noi che non va bene, una parte di noi che deve essere eliminata, scartata, rifiutata.

Il cammino di sequela invece ha come orizzonte, non il cambiamento, ma la trasfigurazione. Una trasfigurazione che è anche purificazione, certo, ma ciò che è importante è che l’immagine di quello che siamo chiamati a divenire venga alla luce, appaia oltre tutti quei pesanti strati e maschere che poniamo sopra la nostra umanità ferita. Siamo chiamati a venire alla luce, a trasfigurare le nostre esistenze. E questa è una opera che il Signore compie, progressivamente levandoci tutte le sovrastrutture che appesantiscono e che nascondono.

Ma come compiere questo cammino, dove è il luogo che permette/aiuta la nostra trasfigurazione? Non è il monte! Questo è semplicemente il luogo della consapevolezza del cammino. Ma il cammino si compie scendendo dal monte, nella vita ordinaria…. Con questo orizzonte: non accontentarsi di quello che si vive, ma orientare la nostra vita e le nostre scelte secondo l’immagine della vita trasfigurata di Gesù che ci indica il cammino… le nostre vite allora si trasfigureranno… come Lui.

Chiediamo al Signore che faccia brillare la luce del Suo volto anche per noi, per essere attratti in questo cammino di trasfigurazione delle nostre vite!

fr. Emanuele

Commenti

Post più popolari