Omelia dell'Assunzione al cielo della B.V.M. (15/08/2023 -Anno A-)

 



Mi sembra che la solennità di oggi possa essere commentata magnificamente dalla prima strofa della

celebre preghiera alla Vergine Maria che Dante mette sulla bocca di S. Bernardo, affinché la Regina del

Cielo interceda perché lui possa contemplare Dio.


Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile ed alta più che creatura

termine fisso d’eterno consiglio.


La prima strofa sottolinea lo stretto legame tra Maria e il Verbo Divino che l’ha creata e che in Lei si è

incarnato: Tutto è stato fatto dal Padre Creatore attraverso il Suo Verbo: infatti per mezzo di lui tutte le

cose sono state create. Quindi anche la creatura più perfetta di tutte: sua Madre, è stata pensata e creata in

vista della sua missione: generare il Verbo fatto carne ed essere strumento di salvezza per tutti gli uomini

e tutta la creazione: ecco perché Dante la definisce “figlia del tuo Figlio”, e anche “termine fisso d’eterno

consiglio”: il progetto di Dio, attuato dalla redenzione di Cristo ha come fine la trasfigurazione dell’uomo

e del creato a immagine del Cristo Risorto, entrato anche con la Sua Umanità nella Gloria della Divinità, e

quindi Maria Assunta in Cielo con la totalità del suo essere è l’anticipo del nostro destino glorioso: “Icona

della Chiesa” che è in cammino verso la partecipazione piena alla gloria del Cristo Risorto e asceso al

cielo: Come Maria gli è stata unita strettamente nel mistero dell’incarnazione, della Sua vita nascosta a

Nazareth, nella Sua Passione e Morte, così gli è unita in modo ancora più sublime nella Resurrezione e

nell’Ascensione alla gloria divina. La Risurrezione di Cristo si prolunga nella “Dormizione della

Vergine”, e l’Ascensione di Cristo porta il suo primo frutto nell’Assunzione di Maria, primizia e garanzia

della volontà di Dio di fare lo stesso con tutti gli uomini che si uniscono a Cristo in modo simile e

attraverso di loro rigenerare tutta la creazione. Questo forse è il significato profondo di Maria come

“termine fisso d’eterno Consiglio”. Dall’Eternità Maria è stata pensata come anticipazione della salvezza

universale e prova concreta della fedeltà di Dio al suo progetto di salvezza. La Vita e la Gloria eterna e

incorruttibile del Risorto risplende anche in una di noi, nostra sorella e madre prima ancora che regina, e

guardando a Lei “stella del Mare” noi ci orientiamo totalmente verso il porto cui siamo tutti diretti per

entrare nell’abbraccio glorioso ed eterno della Santissima Trinità.

Ma La Vergine gloriosa è definita anche “umile ed alta, più che creatura”. Certamente perché Colei che

ha cantato che Dio “Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro

cuore: ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili” ha anche attuato in modo perfetto nella sua

vita questo canto, è la più umile e la più docile di tutte le creature, mai il suo sguardo si ripiega su se

stessa, e, quando lo fa, quasi di sfuggita, si definisce solo “serva”. L’obbedienza e la mitezza del Figlio di

Dio fatto uomo, anche qui, si riflette nella mitezza e nell’umiltà di Sua Madre. E’ la prima che in modo

insuperabile, ha imparato da Lui che è mite e umile di cuore. Tutto questo si può vedere ben descritto

nell’ottava omelia mariana di S. Amedeo di Losanna, che certamente ha meditato profondamente i gradini

della scala dell’umiltà di S. Benedetto e ha letto con attenzione il trattato sui gradi della superbia e

dell’umiltà di S. Bernardo, e questa meditazione profonda la estende alla Vergine Assunta, che ora occupa

in paradiso il posto di Lucifero: il superbo è stato rovesciato e l’umile ancella è stata esaltata! Ma

lasciamo a S. Amedeo di commentare questo con le sue parole.

“Lo si chiama molto giustamente “diavolo”, cioè “colui che cade dall’alto”, poiché è caduto dalle

altezze e, invidioso di coloro che tendono al bene, cerca di trascinare quanti più riesce con sé nell’abisso.

Suggerisce a coloro che si fidano di lui di desiderare onori, dignità, cariche superiori, di gustare le

grandezze, di levare molto in alto la testa, di amare le acclamazioni popolari, i saluti pubblici, i primi

posti nelle assemblee, di disprezzare i loro inferiori, di preferirsi ai loro eguali, di invidiare i loro

superiori, di dimenticare la gloria di Dio, di asservirsi gli uni con le carezze, gli altri con le minacce o le

violenze, di porre se stessi come idoli, di far di tutto per essere visti e lodati dagli uomini. (Anche se

queste cose S. Amedeo le scriveva nel 1200 sembra che si applichino bene agli atteggiamenti attuali che

spesso regnano nei nostri ambienti di lavoro e di vita quando dominano l’arrivismo, il carrierismo, l’

opportunismo e la sete di di potere, o anche quel clericalismo deleterio che papa Francesco cerca di

eliminare dalla chiesa attuale con tutte le sue forze) Quando poi ha innalzato fino alle nubi questi

miserabili, superbi, gonfi, storditi e deliranti, allora finisce per inclinarli, così indeboliti, verso tutto ciò

che vi è di vergognoso e di disonesto, e , una volta inclinati, li precipita senza alcuna pietà con sé verso il

più profondo dell’inferno.

La Vergine gloriosissima, al contrario, tutta integra di corpo, tutta pura nell’animo, la più dolce di tutti

i viventi, è tanto più elevata al di sopra di tutti poiché è la più umile e santa di tutti. Accolta nella gloria

dagli abitanti del cielo con i più grandi onori, come una regina, è invitata dal Padre su premo a sedersi


nel regno della luce sul trono della Gloria più eminente, prima dopo il Figlio che ella ha generato, che in

lei si è incarnato.

O Dio grande, terribile e forte, ineffabilmente buono, tu sollevi ed esalti la tua umile serva al posto da

cui avevi già scacciato il nemico geloso, affinché trionfi l’umiltà arricchita da te di grazie

sovrabbondanti e (ornata) di una corona illustre; e che l’orgoglio vano e tenebroso cada nella polvere!

Abbiamo quindi una sorella e madre che è diventata la nostra regina gloriosa e la nostra avvocata

presso il Figlio, e quando ci sentiamo affaticati e scoraggiati per la fatica del cammino, le tempeste delle

tentazioni, le guerre e le ingiustizie causate dal maligno non dobbiamo far altro che seguire il comando di

S. Bernardo: ”Respice stellam, Voca Mariam!” “Guarda la stella, invoca Maria!” e dentro ciascuno di noi

rinascerà la speranza e il desiderio di imitarla nella sequela di Cristo Gesù per entrare insieme con Loro

nella Gloria eterna.

Fr Gabriele

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