VITA DELL’ANIMA: FIDUCIA
VITA DELL’ANIMA: FIDUCIA
All’inizio di questo nuovo anno, ancora un
po’ limitati, a causa della pandemia, nelle nostre attività, nelle nostre
relazioni, nelle nostre riunioni…
È bene non scoraggiarci, ricordandoci
reciprocamente che il Covid19 non durerà per sempre. Non si tratta di un semplice
ottimismo umano, ma l’esercizio di fede può diventare una fonte di solida
fiducia.
Credere
nella Parola di Dio vuol dire scegliere tra due saggezze: quella di Dio e
quella dell’uomo. Quindi rimettere la propria vita nelle mani di Dio e
rinunciare alla volontà propria. Fare della fede la bussola della propria vita.
Fede che non è una teoria astratta, l’ennesima filosofia di vita... La fede
cristiana è l’incontro con una persona, la persona di Gesù Cristo. E
l’esperienza di questo Dio che si fa talmente come noi da assumere, abitare la
condizione umana, che cammina con noi, che prende su di se le nostre persone,
con le loro potenzialità, con le loro speranze, con i loro progetti e pure le
loro fatiche e le loro sofferenze, le loro fragilità; che non solo non ci
rinfaccia le nostre infedeltà, le nostre incoerenze, i nostri tradimenti ma
viene proprio per guarirci da tutto ciò.
La fiducia del cristiano è dunque fidarsi
di questa persona che non è solo l'amico che fa la strada con noi, che ci apre
gli occhi, che suscita in noi il desiderio di camminare, ma è anche il Dio Onnipotente
e che è capace di provvedere alle nostre necessità e che attraverso di lui il
Padre ha creato l’universo. E fidarsi di questa persona che è il Dio
liberatore. Solo dopo essere stato liberato dalla schiavitù del faraone, dopo
essere sfuggito al suo esercito, dopo aver attraversato il mar Rosso, Israele
prende coscienza di essere il popolo eletto e amato da Dio; lo stesso Dio che
lo ha poi condotto per quarant’anni nel deserto lo ha nutrito lo ha calzato,
vestito e gli ha indicato la via della Terra promessa. Anche noi dopo aver
accolto l’annuncio della Buona Notizia dobbiamo fare costantemente memoria
grata di questo Dio liberatore per non essere distratti dalle molte proposte di
benessere, di prosperità, di felicità che allettano la nostra pancia, che
rispondono a delle necessità passeggere ma non nutrono il cuore.
La
fiducia inoltre va di pari passo con una certa umiltà. Credere nel Dio di Gesù
richiede una certa dose di umiltà. Umiltà che significa confessare i nostri
limiti, la nostra incapacità di amare veramente ed in modo gratuito. Fidarsi
non vuol dire nemmeno però essere ingenui, credere che con Gesù tutto filerà liscio:
la fede non ci risparmia le difficoltà della vita. Le difficoltà della
crescita, le difficoltà nelle relazioni, in famiglia, sul lavoro ecc. Ma
possiamo fidarci perché Egli ci apre un nuovo orizzonte ed il suo amore è
abbastanza potente da farcelo raggiungere.
Gesù
ci apre un nuovo orizzonte per cui possiamo fidarci. Sulla croce infatti,
abbandonandosi fiduciosamente al Padre,
egli sconfigge per sempre le forze del male e pone il fondamento della nostra
fiducia: Dopo la croce viene la Risurrezione! Nella fede possiamo camminare
sicuri perché abbiamo visto che la sua grazia è abbastanza potente da portare a
termine in noi la sua opera. Il vescovo Derio Olivero commentando un dipinto
della “tempesta sedata” ci fa notare un personaggio: “al centro del dipinto-
su di una barchetta agitata da grandi onde- una donna, di schiena, guarda
l’uomo che dorme. Anche lei ha le mani alzate e il corpo in tensione. Anche lei
ha paura. Ma con la mano destra sembra invitare gli altri a fermarsi un attimo
e volgere lo sguardo verso il personaggio che dorme. E la Maddalena che invita
a guardare Gesù. Non si rassegna alla paura perché si accorge che sulla barca
c’è Lui. Sembra dirci: “fermi, non disperatevi, Lui è qui, “fermi, non
disperatevi, Lui non ci abbandona”. Che meraviglia! Nella tempesta di questi
mesi desideriamo tenere davanti agli occhi quest’immagine”(Derio Olivero,
Mi fido).
Fr Bernardo
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