VITA DELL’ANIMA: UMILTÀ
VITA DELL’ANIMA:
UMILTÀ
La parola umiltà viene dal latino
humilitas da humus che vuol dire terra,
dunque ciò che è basso. La terra ci da una certa stabilità, ciò non vuol dire
che il cristiano sia un uomo o una donna che si stima sempre un po' meno degli
altri, che non ha fiducia nelle proprie capacità, nei propri talenti, nelle
proprie risorse. Essere contenti di aver passato un buon esame, di aver vinto
una gara, o di aver portato a termine la costruzione di una casa non sono
affatto manifestazioni di orgoglio. Essere cristiano non vuol dire neanche che
automaticamente sarò umile in tutto quel che faccio. Tuttavia, credere richiede
una certa dose di umiltà. L’umiltà di fatti va di pari con la fede, che non è
una teoria o un codice morale, ma l’incontro con una persona, la persona di
Gesù Cristo. O meglio è lasciarsi avvicinare da Gesù come i discepoli di
Emmaus. E la gioiosa esperienza di Gesù che trasforma la nostra vita e senza la
quale non saremmo cristiani ma semplici soci dell’ennesimo club. L’umiltà poi
va di pari anche con la carità, con l’amore. Credere nel Dio di Gesù, colui che
trasforma la nostra vita, che ci apre gli occhi, gli orecchi, che libera in noi
la parola, che ci apre un nuovo orizzonte, significa confessare i nostri
limiti, confessare la nostra incapacità di amare veramente e in modo gratuito.
Confessare che ogni credente a sua volta è amato da Dio e animato dal suo Spirito.
Dunque in questo senso l’umiltà è necessaria già nelle relazioni familiari, a
scuola, nell’organizzazione del lavoro, nella coppia come in comunità.
Ad essere umili, come nelle altre
virtù cristiane, non si riesce tutto d’un botto col battesimo o un altro
sacramento come per magia. E un cammino, un processo di crescita e di
conversione progressiva al quale si giunge mantenendo viva la relazione con Dio
nella fede. Gesù ci invita a farci piccoli come i bambini e metterci alla sua
scuola; la scuola del maestro “Mite ed Umile di cuore”( Matteo 11,29). Colui
che non è soltanto uomo ma anche Dio e che si abbassa fino a lavare i piedi dei
discepoli. E il Dio che si fa talmente come noi da assumere, abitare la
condizione umana, che cammina con noi, che prende su di sé le nostre persone
con le loro potenzialità, con le loro speranze con i loro progetti e pure le
loro fatiche, le loro sofferenze, le loro fragilità. Che non solo non ci
rinfaccia le nostre infedeltà, le nostre incoerenze, i nostri tradimenti ma
viene proprio per guarirci da tutto ciò.
Umiltà quindi dicevamo, deriva da
humus, terra: ma è una terra che è chiamata a diventare cielo! In Gesù, Dio si
abbassa fino a terra non per rimproverarci la nostra miseria ma per condurci ad
un’autentica e salutare conoscenza di noi stessi che ci apre al cammino della
vera umanizzazione. Come dice sant’ Agostino:” O uomo, riconosci di essere
uomo; tutta la tua umiltà consiste nel conoscerti”
Fr Bernardo
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