VITA DELL’ANIMA: GIOIA


 

VITA DELL’ANIMA: GIOIA

 

“L’unica gioia al mondo è cominciare. E bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante”. (Cesare Pavese)

Di questi tempi in cui l’antipaticissimo signor covid continua a metterci i bastoni fra le ruote i sentimenti che sembrano emergere più spontaneamente sono la tristezza la rabbia e non la gioia. Ma i racconti evangelici natalizi ci parlano di una nuova stella, di una luminosa stella che annuncia la nascita di un bimbo speciale. Una stella che annuncia un nuovo inizio, una nuova partenza!

           Le gioie stesse della vita sono oggetto delle promesse di Dio nell’Antico Testamento. Difatti semplici esperienze come un caffè, un bicchierino con un amico, una cena, un momento di festa, ma più ancora l'amicizia, l’amore tra due persone, una coppia che accoglie un bimbo, una nuova vita che viene al mondo...Sono già esperienze gratuite che ci fanno uscire da noi stessi per aprirci all’altro.

          Queste gioie però per quanto belle, intense e autentiche, non durano sempre. Nel Nuovo Testamento, questa gioia si radica in profondità e diventa più costante e duratura. Abbiamo da poco celebrato Natale e molti di noi avranno ancora in mente l’episodio dell'annuncio che gli angeli fanno ai pastori di questa grande gioia universale. “Oggi,- dice l’angelo ai pastori-nella città di Davide, è nato per voi un salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. Ma prima ancora un altro angelo annuncia a Maria la misteriosa nascita di questo bambino, per opera dello Spirito Santo. Allora la gioia di Maria esplode in quel cantico di giubilazione chiamato Magnificat: "l'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore” E perché ella esulta...”Perché ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”. Maria, la giovane ragazza di Nazareth che, credendo, è diventata madre di Dio è considerata nella tradizione figura della chiesa e figura e modello di ogni credente: incarnandosi in lei, abitando la sua umanità, Dio ha espresso  il desiderio di abitare ogni umanità. Perciò anche l'esperienza della sua gioia può parlare ancora a noi oggi. 

Quando Dio entra in relazione con una persona, la prima reazione della creatura è la paura, il timore, lo smarrimento, come fa Maria all'annuncio dell’angelo: "Come potrà avvenire, non conosco uomo…?”. Come fa pure Pietro dopo la pesca miracolosa: "Allontanati da me perché sono un peccatore”. Come faranno pure i dodici quando Gesù appare risorto nel cenacolo. Ma Dio non viene verso di noi per farci paura ma per stringere amicizia con noi. Ed è cosi che Maria dopo aver creduto, lascia traboccare nel Magnificat, la gioia del suo cuore. Così pure i dodici al saluto del Risorto che dava loro la pace furono colmi di gioia.

          Certo questa gioia non è sinonimo di quel benessere permanente trecentosessanta cinque giorni all’anno  come quello delle persone che ci propone la pubblicità. Ma rimane comunque in fondo al cuore anche nei momenti più difficili quando sopraggiungono le nuvole o i temporali. Padre Rupnik la descrive cosi: "si manifesta nell’uomo come un ‘acqua che sgorga dalla terra. Ad un tratto ci si accorge di essere riempiti di una gioia di cui non si riesce a notare bene lo sviluppo ma che c’è...Senti che ti appartiene e che la porti con te”. Questa gioia quindi che nasce discretamente, pian piano, ma che si radica profondamente nel nostro cuore è alla portata di tutti. Essa è frutto dello Spirito Santo e nasce dall’ascolto di Dio.

Egli ci parla nella Bibbia, ascoltata in chiesa, letta in camera in vacanza; ci parla nelle persone che incontriamo a scuola, sul lavoro per strada e ci parla anche mentre contempliamo la bellezza e la grandezza della natura. Allora rallegriamoci perché è sorta una nuova stella, che annuncia un nuovo inizio, che ci permette di tornare a sognare, a desiderare a far progetti ad abbracciarci!

Fr Bernardo

Commenti

Post più popolari