Omelia Battesimo di Gesù (10/012012 Anno B)


Il nostro sguardo è rivolto al Verbo fatto carne: tutta la nostra vita è chiamata a stare davanti a lui e a contemplarlo, per poterlo seguire ed entrare con lui nella gloria del Padre e vivere della sua vita. 

L’abbiamo visto nella mangiatoia di Betlemme, sulle ginocchia di sua Madre adorato dai Magi e oggi lo guardiamo immerso nell’acqua del Giordano, proclamato Figlio diletto dalla voce del Padre e nell’accoglienza dello Spirito che lo condurrà in tutti i passi della sua vita terrena e che lui stesso darà ai suoi discepoli prima di risalire al Padre. 

In questo Spirito Gesù sarà con noi fino alla fine del mondo. Il Padre ha posto in lui il suo compiacimento e noi facendoci eco della voce degli angeli che nella notte annunciavano la bella notizia ai pastori, cantiamo: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini, amati dal Signore”. In greco “amati dal Signore” è la stessa parola del compiacimento del Vangelo odierno. Dio ama gli uomini, come ama suo Figlio e pone la sua gioia nel colmarci dei suoi favori, della sua Grazia. Gesù ha manifestato il suo essere il Figlio diletto al momento del Battesimo, noi riceviamo questa Grazia al momento del nostro Battesimo, e amati fin dalla nostra creazione dal Padre, in esso riceviamo la Grazia della filiazione e diventiamo veri fratelli di Gesù.

Non è un discorso giuridico, ma la verità del nostro essere: siamo amati perché creati, e amati in modo nuovo, perché, battezzati in Cristo, siamo amati come lui, essendo suoi fratelli e figli dello stesso Padre. In questo il Battesimo di Gesù porta a compimento la manifestazione, l’epifania, del Verbo incarnato, perché la voce del Padre testimonia pubblicamente di lui davanti ai discepoli del Battista e a quanti andavano a farsi battezzare da lui.

Il Battesimo è il sacramento della fede e nella lettera di San Giovanni abbiamo letto quale legame esiste fra la fede e l’amore. Il nostro amore per Dio si manifesta nell’amore per i fratelli e la fede che chiediamo di avere, e che è luce per i nostri passi nel cammino di questo mondo, essa pure si manifesta nell’amore per i fratelli. La nostra fede vince il mondo, dice San Giovanni; cioè il nostro appoggiarci solidamente sul braccio di Dio, del nostro Padre, per camminare al seguito del nostro fratello Gesù condotti dallo Spirito santo, trova la sua luce e tutta la sua forza per superare gli ostacoli, che vogliono dirottaci per farci guardare altre luci, in quella fiducia nella potenza dell’amore fedele di Dio. 

Ma questo amore fedele viene accolto nella nostra vita dal fatto che l’amore divino ci muove verso un amore per il prossimo: il battesimo versa su di noi l’acqua dello Spirito che è l’amore di Dio e l’acqua non è viva se non scorre, cioè se non esce versandosi su altro. Nel suo Corpo umano, habitat della divinità, Gesù ha ricevuto per noi l’amore, la Grazia del Padre e ce l’ha trasmessa. E quando Giovanni parla di testimonianza non parla solamente di qualcosa detto da distanza, ma di un dono che Gesù fa di se stesso. Spirito, acqua e sangue, riassumono la vita di Gesù dal Battesimo fino alla Croce, dove l’acqua e il Sangue usciranno dal fianco trafitto e daranno al mondo lo Spirito santo. 

“Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo” dice Giovanni il Battista; questo ci indica una novità radicale. Giovanni è sulla linea dei profeti: i veri grandi di Israele, che hanno condotto il popolo eletto attraverso i secoli, riconducendolo, a volte con immenso sforzo, lacrime e sangue, alla fedeltà e all’adorazione dell’unico Dio. Ma Gesù va ben oltre la linea dei profeti; ci dona la filiazione divina, il suo Corpo e il suo Sangue e l’acqua in cui ci Battezza è lo Spirito, Dio uguale al Padre e al Figlio, Un solo Dio nella Trinità delle Persone. 

E’ tutta la professione di fede che facciamo al momento del nostro battesimo o partecipando a quello dei nostri fratelli e sorelle che accogliamo nella famiglia di Dio con tutti i santi. Gesù non solo conduce il popolo di Dio verso il Regno del Padre, ma ci dona la sua eredità, cioè il suo essere vero Figlio del Padre. Allora capiamo la chiamata del Profeta Isaia: “O voi tutti assetati, venite all'acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate”: la sete dell’uomo è la sete dell’unione con Dio, con la sorgente della vita e Gesù ce l’offre gratuitamente: dà la sua vita per farcela avere. 

E questo ci cambia radicalmente: cambiamo i nostri pensieri, il nostro modo di vivere, perché Dio non è piccolo e meschino come lo sono gli uomini. Gesù ci ricostruisce e siamo davvero uomini nuovi. Se siamo coscienti che questo per l’uomo è impossibile, la Parola di Dio detta su di noi sarà efficace e “non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata”, ci dice il Signore stesso. 

In tal modo comprendiamo il Sacramento che abbiamo ricevuto e tutti i Sacramenti con cui il Signore ci colma dei suoi doni.


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