Omelia dell' Epifania 2024 (06/01/2024 - Anno B-)

 


Il mistero dell’Incarnazione non può cessare di stupirci e rallegrarci. Abbiamo vissuto 15 giorni in cui ogni dettaglio dell’Infanzia di Gesù è stato meditato, celebrato, pregato e lodato. Oggi siamo arrivati a quel giorno che è quasi un coronamento del mistero dell’Incarnazione: l’Epifania o manifestazione. Tutto, fin’ora, si è svolto in maniera silenziosa, nascosta, facendoci ammirare l’umiltà di Dio che è venuto ad abitare in mezzo a noi in modo pressoché invisibile, nascosto in una mangiatoia. Oggi la grandezza del Dio- Bambino si rivela al mondo intero. 

Certo Dio non sarà mai il Potente che si rivela schiacciando e sbalordendo, ma i segni che leggiamo nel Vangelo di oggi parlano in modo chiaro. San Paolo ce lo ha detto: oggi Dio ha rivelato il suo volto come mai il popolo l’aveva visto. “Per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero… le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo”.

I Magi, saggi pagani, che, pur non conoscendo la Parola di Dio, l’hanno cercato, si sono lasciati guidare dai loro studi, dalla loro scienza, ma in modo segreto, e, senza conoscerlo, dallo Spirito santo. Le ricchezze umane, poste onestamente e umilmente sotto la guida dello Spirito, concorrono alla conoscenza e all’amore per il Dio Salvatore. Il Signore impiega molte e diverse vie, misteriose agli occhi degli uomini, per raggiungere con la sua Luce tutti i suoi figli. Come spesso nelle parabole di Gesù i primogeniti, i primi chiamati, non riescono a capire. Eppure se ci guardiamo intorno siamo circondati da misteriose e silenziose epifanie che conducono gli uomini verso la Grotta. Talvolta ci scandalizziamo, mentre dovremmo, come i pastori e i Magi, essere esultanti di meraviglia. Dio non agisce secondo i nostri schemi logici!

Il Vangelo non ci dice che i Magi hanno saputo dire: Signore mio Dio! Ma sottolinea che “si prostrarono e lo adorarono”, cioè hanno riconosciuto in Gesù un Essere superiore, pari ai loro Re, così potenti e incorniciati in modo splendido dalle loro corti. Maria e Giuseppe li hanno accolti e hanno accolto pure questo loro atteggiamento di adorazione, che doveva ben stupirli. Erano immersi da qualche giorno in una luce che li rendeva ben piccoli e gioiosi:

Maria meditava gli avvenimenti nel suo cuore.

Il profeta Isaia aveva annunciato questo giorno di luce, che avrebbe tolto ogni vergogna e ogni lacrima dal volto di Gerusalemme, la città sposa di Dio, e oggi essa vede arrivare dei notabili di quell’Impero che ha sempre fatto temere il popolo di Dio, alla ricerca di un Re nascosto nella terra di Giuda. Certo non potevano prevedere che Colui che cercavano era l’umile Re di Pace e col loro parlare hanno fatto tremare Erode. Così si manifesta il nostro Dio, il Dio appassionato per l’umanità sua sposa e sua figlia, il Dio che vuole il bene di ogni uomo. Ma questo volto gli uomini faticano a riconoscerlo, mentre dovremmo essere riempiti di speranza vivendo in questo mondo ferito e maltrattato.

Perfino oggi, più di duemila anni dopo, con una evangelizzazione che ha toccato i confini del mondo, non siamo capaci di cercarlo in modo giusto e di mostrarlo agli assetati di vita, come la vera, semplice e umile sorgente che sgorga nel buio di una grotta. Fin sotto la Croce gli uomini hanno continuato a sfidare Dio, chiedendogli di manifestarsi in modo eclatante e non hanno avuto risposta. I Magi, primi fra i grandi della terra, certamente dopo gli umili pastori, hanno riconosciuto Colui che è il vero Grande a cui tutti gli uomini devono volgere gli occhi per ottenere salvezza e felicità, e l’hanno adorato. Una volta incontrato Gesù hanno capito, aiutati dall’Angelo, che non era alla corte di un Re, né nella chiassosa città di Gerusalemme, che avevano trovato Colui che tutti cercano. 

Silenziosamente sono partiti per un’altra strada, non prendendo le grandi vie romane, ma umili viottoli in cui potevano continuare ad assaporare la gioia di averLo incontrato e riconosciuto.

Viviamo in un’epoca che troviamo difficile, piena di contraddizioni e insicurezze: penso che è il momento di interrogare questi viandanti che se ne tornano a casa cantando la loro gioia, perché ci insegnino a riconoscere quel Re che ne è la sorgente e di cui anche coloro che lo incontrano non fanno caso.

Oggi è la festa della manifestazione di Colui che è misericordia e Amore, che vuole raggiungere tutti coloro che non lo conoscono ed essere scoperto nella sua verità da quanti credono di conoscerlo. Non ha abbagliato la Giudea, la sua luce non si è vista in Galilea e ancor meno ad Atene o a Roma. Ma si è infilata nei cuori dei piccoli e degli umili che si sono aperti ad accoglierlo e che l’hanno portato in tutta la Giudea, fino alla Galilea e ad Atene e a Roma.

Guardando le tre piccole statuine nel presepio, malgrado i vestiti lussuosi, possiamo ricevere il messaggio, la rivelazione, la manifestazione, l’Epifania del Dio che è la nostra vita e misteriosamente, ma realmente portare la gioia dell’umiltà e dell’adorazione nel mondo, gettando semi di Vita sulla terra, che diventeranno foreste di Amore nel cuore della Trinità, che oggi si manifesta in modo così poetico e così nascosto.

P Cesare

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