Omelia per la festa del Battesimo di Cristo (12 gennaio 2025)
La prima lettura ci mostra Dio che si
riconcilia col suo popolo: possiamo immaginarci questa folla di Israeliti che ricerca la salvezza e
il perdono dei peccati, e Dio che si compiace della loro conversione e perdona.
Viene prefigurato il Battista “voce che grida nel deserto: preparate la via al
Signore” e la realizzazione di tutto questo avviene pienamente nel Vangelo,
dove questa folla di peccatori cerca il perdono di Dio attraverso il Battesimo
di Giovanni: è il progetto di Dio per la salvezza di tutti che si realizza
pienamente attraverso Gesù Cristo, che, innocente, si associa ai peccatori e
santifica, entrandovi, quelle acque
nelle quali poi tutti siamo stati santificati. E’ l’inaugurazione ufficiale
della sua missione di “Agnello di Dio che prende su di sé i peccati del mondo”,
versando il suo sangue per purificarci e trasmetterci la sua stessa vita,
attraverso il suo sacrificio redentore e il dono dello Spirito Santo, che porta
a compimento e a perfezione la sua missione di salvezza. Il salmo 103, che abbiamo recitato tra una
lettura e l’altra sottolinea invece l’opera dello Spirito che rinnova creazione
e uomini quando si effonde si di essi: “Mandi il tuo Spirito sono creati e
rinnovi la faccia della terra”. Attraverso il Battesimo questo è avvenuto anche
per noi: siamo stati rinnovati, ricreati a immagine di Cristo, e come la
creazione dopo l’inverno siamo rinati dando una nuova primavera alla nostra
persona e di conseguenza alla faccia della terra.
Nella seconda parte del Vangelo sembra che
Gesù solo faccia l’esperienza della teofania del Padre e della discesa dello
Spirito Santo. Gesù è in preghiera (Particolare solo di Luca) e sembra
descritto solo, e distante dalla folla degli altri battezzati. In realtà Egli
ci rappresenta tutti in quest’esperienza di Dio, perché su di lui avviene in
modo unico ed esemplare quanto avviene in noi dopo la nostra inserzione nel suo
Corpo Mistico mediante il Battesimo e la vita divina in esso ricevuta, che si
alimenta costantemente attraverso l’ascolto della Parola e la Comunione con Lui
e fra di noi nel Sacramento dell’Eucaristia. E questo ci rimanda a un altro
lavacro molto significativo: La lavanda dei piedi prima dell’istituzione e del
dono dell’Eucaristia. Se ricevendo il Battesimo Gesù si è associato a noi
peccatori per purificarci, nell’ultima cena Egli si fa nostro schiavo lavandoci
i piedi, e diventa nostro cibo come l’agnello immolato della cena pasquale.
Nessuna meraviglia che nel nuovo messale l’invito ad accostarsi all’Eucaristia
menzioni proprio questo contenuto: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che
toglie i peccati del mondo: beati gli invitati alla cena dell’Agnello”.
Dobbiamo essere consci del grande dono
ricevuto nel nostro Battesimo viverlo ogni giorno, anche nei pensieri e nella
azioni più banali ed ordinarie, unendoci attimo per attimo sempre più
strettamente a Cristo: morendo e risorgendo in Lui, e lasciandoci ricreare e
rinnovare dallo Spirito.
Fr Gabriele
Commenti
Posta un commento