Omelia II dom di quaresima (05/03/2023 - Anno A-)

 



Domenica scorsa siamo stati nel deserto con Gesù, tentato da Satana e vincitore.
Dio si è fatto talmente uomo che ha subito forti tentazioni come ciascuno di noi.
Oggi vediamo Gesù, Dio fattosi uomo come noi immerso nella luce della sua
divinità. Non sono due cose opposte, anzi devono andare insieme, perché in Gesù
l’uomo fragile, ma non peccatore, e il Dio che si versa con la sua gloria nell’umanità
vanno insieme, sono la stessa persona. Il grande mistero della doppia natura di
Gesù, divina e umana, ci è data ancora all’inizio della Quaresima, come luce per il
cammino verso la risurrezione, verso la vita, che non ha altra sorgente che in Lui.
Lui è la Vita, come è la Via e la Verità. Nella Trasfigurazione noi vediamo già
compiuta la nostra divinizzazione, la Gloria ci è già data e non separata o come una
piccola appendice di quella del Verbo, ma insieme a Lui. Oggi per noi come un
seme vivo nascosto nella terra.
Tre discepoli sono stati scelti per essere testimoni di tre grandi momenti della vita
di Gesù: la risurrezione della figlia di Giairo, la Trasfigurazione e la preghiera
nell’Orto degli Ulivi: tre momenti in cui Gesù ha mostrato la sua debolezza umana
e il suo essere Figlio del Dio vivente, riconosciuto dal Padre e vincitore della morte.
Oggi lo contempliamo nella sua Trasfigurazione: i tre discepoli sono stati scelti non
per annunciare immediatamente la Gloria del Figlio, ma per illuminare dopo la
Risurrezione le menti dei discepoli, sbigottiti dalla doppia visione del Crocifisso e
del Risorto.
Mosè ed Elia, che non avevano potuto vedere Dio faccia a faccia, ma solo di spalle,
ora conversano con lui; l’umanità è ormai amica di Dio. Il Dio sceso nella nostra
natura umana si è reso visibile, addirittura amico e il Maestro che annunciava la
tragica e dolorosa sua Passione viene visto, per quanto gli occhi umani potevano
vederlo, nella sua gloria divina.
Non possiamo vivere bene la Quaresima se non guardiamo il Signore con uno
sguardo che vede contemporaneamente l’abbassamento fino all’estremo dell’amore
e della miseria umana e l’abitazione in mezzo a noi della Gloria divina sotto le
umili vesti di un uomo perseguitato che traversava poveramente un paese povero,
per seminare negli uomini di tutta la terra la Vita. Questa Gloria abita la Chiesa che
rimane rivestita di umili stracci, spesso sporchi, ma il cui corpo è quello del Risorto.
La Trasfigurazione è un momento capitale, centrale, nei Vangeli: Dio è sceso sulla
terra per divinizzare l’uomo condividendo con lui la sua Gloria e sul monte, su cui
Gesù è salito con i discepoli, questi hanno contemplato non solo la Luce di Dio, ma
anche il futuro dell’uomo. C’è una immersione nella Trinità: il Verbo incarnato, la
Luce dello Spirito che illumina ogni uomo e la Voce del Padre che indica il Figlio,

proclama il suo amore e chiama all’ascolto della Parola. In questo nuovo mondo è
la nostra abitazione; col battesimo siamo saliti sul monte insieme a Gesù e siamo
stati immersi nella Luce.
Il dono di Dio, portatore del suo amore, è troppo grande per noi povere creature:
cadiamo faccia a terra, noi che siamo chiamati a contemplare la gloria del Cielo e
abbiamo timore. Il Figlio allora ci tocca con quella mano con cui ha guarito tanti
miseri e ci dice la Parola di salvezza, che comincia sempre con “Non temere”,
perché è davvero troppo grande e troppo bella per noi. Non temete! Perché temere?
In questa Quaresima se guardiamo unicamente la nostra miseria, peccato, fragilità,
meschinità, non possiamo alzare lo sguardo da terra. Ma se guardiamo la sua
Misericordia, il suo immenso affetto per noi e non teniamo conto di noi stessi,
lasciandoci prendere da Lui, allora una nuova Luce illuminerà le nostre vite.
San Paolo ci ha detto: “Dio ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa,
non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia...
questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la
manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto
risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.” Nati nella luce della
sua Grazia siamo chiamati a risplendere per mezzo del Vangelo. Ma Abramo ci ha
insegnato che questa luce la riceviamo camminando, per ora, nel paese sconosciuto
e straniero, partendo con la sola fede, nell’obbedienza a una Parola che ci indica
una meta e che ci promette la Presenza.
Questa è la nostra vita, già tutta immersa nello splendore di Dio, ma i nostri occhi
non sono ancora capaci di vedere. Questa è la nostra Quaresima: un cammino verso
la Risurrezione attraverso il deserto della povertà della vita umana presente.

P Cesare

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