Omelia solennità della visitazione di Maria santissima a Elisabetta (31/05/2022 -Anno C-)

 



Nella solennità di oggi celebriamo un viaggio e celebriamo un incontro.

Un viaggio: quello che Maria decide nel suo cuore per incontrare la cugina Elisabetta.

Un viaggio che comincia non credo tanto per cercare una conferma dell’autenticità delle parole dell’angelo, quanto il viaggio che l’incontro con Dio provoca ogni volta che il Signore entra nella storia dell’uomo: un viaggio di sbilanciamenti.

I passi di Maria, come quelli autentici di chi risponde ad un appello del Signore, sono passi sbilanciati, e che custodiscono la tensione di polarità opposte: da una parte passi che si sporgono fuori di sé incontro alle necessità degli altri, ma al tempo stesso passi che si sporgono verso le profondità del proprio cuore e trovano in sé, nella comunione con Dio che abita il cuore dell’uomo, la stabilità del proprio andare.

 

Il salmo 83 che abbiamo cantato anche questa mattina a Vigilie dice:

 

Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio.

Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente,

anche la prima pioggia l'ammanta di benedizioni.

Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion

 

Un viaggio deciso nel cuore, che non si lascia minacciare da valli di pianto, da difficoltà che si incontrano, da deserti che si attraversano… lungo il cammino cresce il suo vigore perché lungo il cammino si scopre che i passi sono resi solidi non da quello che è fuori di noi - le condizioni dell’ambiente, le convinzioni delle persone, l’organizzazione delle istituzioni e l’ordine delle società - ma dal Signore che abita in noi.

 

Maria non trova la sicurezza del suo cammino nella cugina Elisabetta che la conferma, né nelle vicende che l’attenderanno… le offriranno sicuramente pochissimi punti di appiglio/appoggio!

Il cammino che intraprende e che decide nel suo cuore, senza sicurezze davanti a lei, provoca la necessità a trovare altre fondamenta, altra solidità ai passi che la vita le chiede… sempre le parole del salmo 83 potrebbero venirci in aiuto alla comprensione…  

 

sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria,

non rifiuta il bene a chi cammina con rettitudine.

Signore degli eserciti, beato l'uomo che in te confida.

 

Beata è Maria che ha creduto alle parole del Signore, è questa beatitudine prende forma nel canto di lode: Magnifica il Signore anima mia…

Una lode non perché cancella la percezione della piccolezza, della povertà e dell’umiliazione, ma perché esse stesse possono essere strumento per scoprire che il Signore è là, comunque e nonostante tutto. Che ciò che sembra dare sicurezza ai nostri passi, possono rivelarsi fallaci menzogne che, come la rugiada del mattino, al primo raggio di sole svaniscono…

 

Radicati in Dio e sicuri del Suo Amore, svanisce ogni senso di minaccia che mi viene dalle scelte dell’altro (sia che l’altro mi sia nemico e quindi ho paura di lui, sia che all’altro sia profondamento legato e quindi mi appoggi eccessivamente a lui).

allora l’incontro con l’altro può essere solo benedizione, occasione di lode e di grazia, segno della misericordia di Dio che mi dona compagni di cammino, compagni con i quali condividere la lode.

Al cammino di Maria si associno i nostri passi!

P.Emanuele

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