VITA DELL’ANIMA: IL CAMMINO


VITA DELL’ANIMA: CAMMINO


“Rabbi Shneur Zalman ...era stato incarcerato a Pietroburgo. Un giorno, mentre attendeva di comparire davanti al tribunale, il comandante delle guardie entrò nella cella. Di fronte al volto immobile e fiero del Rav che, assorto, non lo aveva notato subito, quest’uomo si fece pensieroso e intuì la qualità umana del prigioniero. Si mise a conversare con lui e non esitò ad affrontare le questioni più varie che si era sempre posto leggendo la Scrittura. Alla fine chiese: “Come bisogna interpretare che Dio onnisciente dica ad Adamo:” dove sei?”. Credete voi – rispose il Rav – che la Scrittura è eterna e che abbraccia tutti i tempi, tutte le generazioni e tutti gli individui?”. “Si lo credo” disse.  “Ebbene- riprese lo zaddik- in ogni tempo Dio interpella ogni uomo” dove sei nel tuo mondo?... Tu fin dove sei arrivato?”
                                       (Martin Buber, Il cammino dell’uomo).                                                                                                                                             
Si, la vita, la fede come cammino, come viaggio; un’avventura straordinaria alla scoperta di noi stessi! Ma su questo cammino la nostra vera identità, in modi e circostanze sempre imprevedibili, è Dio stesso a rivelarcela, purché noi ci lasciamo ferire dalla sua voce.
Aderendo poi alla sua chiamata, il nostro essere tirato in mille direzioni, può convergere in una nuova creatura... Ma qual è lo scopo di questa lotta e di questo lungo cammino?       



Da qualche decennio sono tornati di moda, per così dire, i pellegrinaggi, le marce, le camminate...Molti tornano ad intraprendere il cammino di Santiago; le strade della Terra Santa sono sempre più battute in ogni stagione dell’anno; chi ha meno possibilità si mette in marcia verso Assisi attraverso la via francigena o altri pellegrinaggi locali. Il cammino infatti è una metafora che illustra bene il cambiamento che ci è chiesto dopo aver ascoltato la voce di Dio, dopo aver fatto esperienza della sua misericordia.

Si tratta infatti di un viaggio interiore, di una trasformazione interiore: l’obbiettivo dello spostamento locale è uno spostamento qualitativo, lo illustra bene un’espressione di papa Francesco divenuta ormai proverbiale: “passare dal centro alla periferia”.

Martin Buber ci invita a metterci incammino a partire dalla domanda che Dio pone ad Adamo: “Adamo dove sei?” Il comandante, nel nostro testo, pone al Rabbi una domanda sul testo biblico: vuole capire il testo della Genesi sulla creazione. Il rabbi pare a prima vista evasivo ma in effetti gli risponde su un altro livello: “Adamo sei tu!”. Lo sappiamo Adamo è un personaggio simbolico. Egli rappresenta l’uomo, la creatura, ognuno di noi. A Dio non interessa in che punto del giardino si trovi Adamo ma a che punto è della sua vita. E allora Adamo si nasconde per sfuggire alla domanda di Dio ma nascondendosi al suo Creatore si nasconde anche a se stesso...Solo quando Adamo cede alla voce di divina e confessa di essersi nascosto, può cominciare il cammino dell'uomo.

Una volta partito, l’uomo, la cui anima e spontaneamente attratta da mille oggetti, ambigua, divisa, grazie alla scintilla divina posta in fondo al cuore, può unificarsi, questa luce può far convergere le diverse forze e dinamismi che lo abitano e farlo camminare verso l'armonia.

Così risoluti l’uomo, la donna possono fare scelte che porteranno frutto. Dopo essere tornati in sé stessi, dopo aver cercato di unificare il proprio essere a cominciare da sé stessi, bisogna dopo aver molto lottato, paradossalmente, non preoccuparsi più di sé stessi. E questo perché? Perché lo scopo non è di giungere alla piena padronanza di sé ma l’aver porto l’orecchio alla voce e l’aver intrapreso il cammino verso Dio. Ed Egli poi ci rinvia alle altre sue creature. L'essere tornati a noi stessi, l’aver camminato verso la nostra unificazione non è per noi stessi ma per poter coltivare la terra in cui Dio ci ha messi, la nostra città, il nostro paese, il nostro pianeta, “la nostra casa comune”!

Fr. Bernardo



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