Omelia per la solennità della Natività della Beata Vergine Maria (8 settembre 2024)

 






Dal vangelo secondo Matteo (1, 1-23)

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.



Il Signore nostro Dio ci ha amati tanto da voler essere uno di noi per condurci alla salvezza; siamo caduti abbiamo perso la bellezza che ci era stata data dalla volontà del Creatore, una bellezza che il libro della Genesi sottolinea chiamandola: “Immagine e Somiglianza di Dio stesso”. Il mistero è grande. Dio è amore e agisce solo per amore, opera con misericordia e sempre in favore nostro; mai a danno. Per salvare la Sua Immagine ha preso la nostra immagine. Il Vangelo di oggi ci ha presentato una lunga genealogia del Signore, una genealogia che per più di due terzi si rifa ai libri storici del Primo Testamento: ritroviamo in quei nomi tanti avvenimenti e avventure che hanno impregnato la cultura non solo del popolo di Israele, ma anche la nostra. Nel nostro parlare usiamo espressioni provenienti da quei tempi e nei nostri nomi spesso si ritrovano antichi personaggi di cui forse non conosciamo la storia. È così che il Verbo di Dio ha voluto nascondersi nella pasta umana; più ci si avvicina al suo “Tempo” più i nomi dei suoi avi ci appaiono sconosciuti. Fino a sua Madre, nel cui grembo Dio ha preso la carne umana e ha dato alla nostra povera umanità la Grazia e la Gloria della sua divinità. Oggi festeggiamo la nascita di Maria, la Madre di Dio. Grande giorno, grande avvenimento, che, come quasi sempre nei libri della Parola di Dio, avviene nell’oscurità. Della nascita di sua Madre non sappiamo nulla, salvo qualche racconto ricevuto dalla tradizione, ma non dato dalla Chiesa ai fedeli come testo fondamento della fede, come i Vangeli e le altre Scritture, e che si rifa ad antichi racconti biblici. Ma è certo che Gesù, il Salvatore, è nato da una Madre, non è piovuto dal cielo. Il Vangelo non ci pone in un clima di racconti mitologici, di nascite da dei in modi sorprendenti, come Minerva dalla testa di Giove. Il Verbo si è fatto carne ed è nato dalla Vergine Maria. Questo è ciò che proclamiamo nel nostro atto di fede. La nascita di Maria non ci è presentata come un evento straordinario, ma nella sua ordinarietà ha permesso al Verbo di Dio di entrare nella nostra umanità, silenziosamente, come quasi tutti i bambini della terra; in modo totalmente nascosto. Tutto questo dà alla festa di oggi e all’avvenimento che mette in risalto, quella grandezza umile e nascosta che caratterizza tutta l’Incarnazione del Figlio Unigenito di Dio. L’amore non va sbandierato, ma entra e opera segretamente nelle nostre vite. Così è della nascita della Madre di Dio, che oggi festeggiamo con grande gioia, perché il piano dell’infinita letizia che il Signore vuole realizzare per noi, oggi appare sulla terra; anche se ancora nessuno può riconoscerlo. Oggi è un giorno di particolare bellezza, perché nasce e comincia a crescere Colei che col suo consenso permetterà all’Altissimo di mettere in opera il suo disegno di salvezza di tutta l’umanità. Dio ha voluto che la persona umana desse il suo consenso e gli è bastato il “sì” di una povera, fragile e nascosta giovane donna per spalancare le porte del Paradiso, che non è un luogo, ma una situazione di totale comunione fra Dio e l’uomo. Se ogni nascita è un avvenimento bello, anche se purtroppo talvolta deturpato dalle contingenze umane, la nascita di Maria è il più bello, anche se è ancora solo un anticipo e una preparazione di quello che sorpassa infinitamente in bellezza e grazia, ogni bellezza umana: la nascita di Gesù, Verbo di Dio, nato da Maria Vergine. Con questa nascita di una figlia di una famiglia umana, il Tempo è rivoluzionato e anche il Tempio di Gerusalemme, il luogo fin’ora più santo della terra, comincia a lasciare il posto all’adorazione in spirito e verità che rende tutta la terra tempio del Signore, in cui Dio è adorato e riconosciuto come Dio-Amore: unità del Padre, Figlio e Spirito santo. Ancora una volta possiamo dire che le cose più grandi della storia dell’umanità e della vita dell’uomo avvengono nel più totale silenzio, nell’oscurità e nell’amore di ogni cuore, che si lascia ardere nell’accoglienza e nell’adorazione del Mistero nascosto da tutti i secoli. Come possiamo allora stupirci se in ciascuno di noi possono vivere insieme la luce che illumina ogni uomo con la fede, l’attesa dolorosa e gioiosa insieme della speranza, l’amore, adorante e appassionato, di ogni creatura per il suo Creatore e di ogni salvato per il suo Salvatore, e il faticoso cammino, che traversa tante gallerie oscure, dell’uomo che lotta con il suo dubbio? Siamo stati creati impastati di capacità di amare che è la nostra forza, e della fragilità di tutta la nostra costituzione umana, mente, cuore e corpo, che vive ogni momento della sua vita come se dovesse fare ancora il primo passo, ma che si sa sostenuta dalla forza dall’Alto. “Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto”, abbiamo letto nel Vangelo. Siamo stati tutti associati a Giuseppe per vivere e collaborare con Maria alla preparazione della venuta del Salvatore e con loro siamo la greppia che da luogo per sfamare la fame animale è diventata il posto in cui è deposto l’Emmanuele, il Dio-con-noi, Pane di Vita, che accogliamo adorandolo, serviamo annunciandolo e amiamo lasciandolo prendere posto in noi e lasciandoci accogliere nel cuore della Trinità


p. Cesare

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