Omelia della notte di Pasqua




omelia della veglia di Pasqua 2016

Non è qui, è risorto!
È questo l’annuncio di Pasqua, l’annuncio gioioso di questa notte!
Un annuncio sorprendente, che spiazza, perché la gioia dovrebbe essere data da un incontro… ed invece sembra che sia data da una assenza… come è possibile?

Alla fine della notte, al mattino presto ci sono delle donne… pellegrine.
Le donne che hanno tanto amato Gesù e che desiderano recarsi al sepolcro per le ultime devozioni verso chi le ha rigenerate ad altra vita, da chi le ha amate e che ora non c’è più. Per loro non c’è più, ma non perché lo credono risorto, ma perché lo sanno morto.
Vanno al sepolcro per imbalsamarlo con preziosi aromi… per imbalsamare, conservare un corpo, per custodire un passato, al quale devono tanto, ma un passato che non c’è più.
Una sola preoccupazione, nel pellegrinaggio di queste donne. L’Evangelista Marco, nel vangelo che proclameremo nelle diverse lingue, ce lo riferisce: “chi ci rotolerà via la pietra del sepolcro?” come per dire, come potremo riappropriarci del “corpo” di quelle esperienze? La pietra del tempo e della morte pone un limite, una separazione. Eppure al termine del loro pellegrinaggio mattutino trovano la pietra, il loro ostacolo più grande, rotolata via… ma il sepolcro è vuoto.

Alla fine della notte, al mattino presto ci siamo anche noi, oggi….
Anche noi pellegrini.
Pellegrini alla ricerca di chi ha cambiato la nostra vita, o di chi vorremmo che la cambiasse, il cui volto, la cui fisionomia è a noi ben chiara… spesso abbiamo in mente cosa o chi apporterebbe la nostra salvezza, la sua propria fisionomia… “se nella mia vita avessi questo, incontrassi una persona, una comunità, una situazione che…. Allora sì che sarei felice” oppure a volte ci diciamo : “so bene dove voglio arrivare”… abbiamo bene in mente il programma del nostro pellegrinaggio, le nostre tappe già ben programmate per i prossimi anni…  con il rischio di trovare deluse le nostre aspettative.

Alla fine della notte, al mattino presto, oggi… anche noi pellegrini dopo un tempo quaresimale che ci ha fatto percorrere giorni di preparazione, giorni di “conversione” a Dio, conversione più o meno riuscita.

Alla fine della notte, al mattino presto, oggi… anche noi pellegrini, attraverso la storia della Salvezza che le letture appena ascoltate ci hanno fatto ripercorrere…
Ma dopo tutto questo cammino… arriviamo davanti ad un sepolcro vuoto.
Quale, allora, la buona notizia di questa notte?

Alla fine della notte, al mattino presto la buona notizia è che il Cristo, Colui tanto amato, tanto desiderato, tanto atteso, NON  È  QUI…. non abita una sola esperienza, una sola situazione, un solo luogo… un sepolcro ben delimitato, circoscritto, che, anche se nuovo, è sempre un sepolcro, luogo dove ciò che è custodito è destinato ad imputridire. Non è qui, perché si è fatto pellegrino per noi… con noi.
Questa la buona notizia della risurrezione che ci raggiunge!
È Lui, Dio, il vero pellegrino alla ricerca della sua creatura amata, Lui il vero pellegrino-buon pastore, che non si lascia trovare definitivamente in nessun luogo, perché impegnato a trovarci in tutti i luoghi del nostro vagabondare. Ieri, oggi, sempre!
Basta sfogliare il Vangelo...  l’invito degli uomini dagli abiti sfolgoranti: “Ricordatevi come vi parlò, quando era ancora in Galilea…
Gesù ha abitato la vita quotidiana, la vita familiare, la vita ordinaria della cittadina di Nazareth… la vita del nostro ordinario. Gesù ha abitato i momenti di festa a Cana per le nozze, o le agapi fraterne, l’amicizia. Gesù ha abitato i luoghi di deserto e le piazze. Gesù ha abitato le discussioni o situazioni di tensione con i farisei, ha abitato la malattia avvicinandosi a lebbrosi, ciechi, storpi, lebbrosi, indemoniati, Gesù ha abitato le situazioni di peccato frequentando le case di chi è peccatore, pubblicano. E ultima… ha abitato la morte… luogo che nessuno dei vivi ha abitato.
Così Egli ci ha preceduto e continua a precederci… perché non potesse esistere più nessun luogo dove Lui sia assente, dove sentirci o essere abbandonati, separati da Lui, e perché in ogni luogo potessimo essere salvati, da ogni luogo riscattati… ultima la morte, che in Cristo non ha avuto la sua ultima parola…. poiché Cristo con la sua morte ha sconfitto la morte, poiché Egli è Risorto… e noi con Lui!

Allora alla fine della notte, al mattino presto faccio mie le parole di un grande uomo, don Primo Mazzolari:

“in Galilea e in Samaria: a Gerusalemme e a Roma: nel Cenacolo e sulla strada di Emmaus ... ovunque l'uomo pianterà le sue tende, farà la sua giornata di fatica e d'avventura, spezzerà il suo pane, costruirà le sue città, piangendo o cantando, sorridendo o imprecando. «Egli vi precede».
Questa è la consegna della Pasqua.
E se, alzandoci dalla tavola eucaristica, avremo l'animo disposto a tenergli dietro ove egli ci precede, «lo vedremo, come egli disse».

Questa è la nostra gioia… non è qui! È RISORTO e ci precede!



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