Da che pulpito viene la Predica
Notte di Natale 2015
Come 2000 anni fa, anche questa
notte è risuonato l’annuncio degli angeli, annuncio della nascita del Salvatore
il Cristo Signore… ma quale è il suo nome?
È curioso, l’evangelista Luca non
ce lo riporta. Lui che ama i dettagli, ama precisare luoghi e persone non ci
riporta il nome di Gesù.
All’inizio di questo Vangelo
abbiamo ascoltato i nomi dei grandi della terra, Cesare Augusto,
imperatore, Quirinio, governatore della
Siria, personaggi che si erano fatti un nome agli occhi di tutti gli abitanti
del mondo.
Ci riporta anche i nomi di Giuseppe
e di Maria, persone sicuramente più semplici e comunque aperte alla grazia del
Signore. Ma non ci riporta il nome di Gesù… curioso, no?!
Ci dice chi è: un Salvatore, che è
il Cristo Signore, ma non ci dice il nome… Perché questa dimenticanza?
Ci suona ancora più strano poiché
questa sera celebriamo il ricordo di una nascita… e cosa di più normale se non
chiamare con un nome il neonato…
Ed è forse qui la chiave di
comprensione… chiamare con un nome è farlo nascere di nuovo, farlo nascere
nella relazione. Questa sera celebriamo
una nascita avvenuta 2000 anni fa…. Ma Gesù non nasce più nella storia.
Lui è venuto una volta per sempre.
E ritornerà nella gloria… lo attendiamo!
Ma chiamarlo per nome, è questione
di tutti i secoli, di tutte le epoche, di tutti gli uomini. Chiamarlo per nome
è farlo nascere di nuovo, chiamandolo alla vita nella vita di ciascuno di noi.
Il nome non serve alla persona che
lo porta, il nome serve agli altri per entrare in relazione…
Chiamare per nome Gesù è
riconoscerlo vivo, presente a se, è manifestare il desiderio di entrare in
relazione… è farlo nascere negli orizzonti della propria vita.
Pensiamo al nome della persona
amata… anche se questa non fosse presente, cosa suscita quando lo pronunciamo?
Non è un qualcosa che ci lascia indifferenti, ma al semplice pronunciarlo la
rendiamo presente nella nostra vita, nel nostro pensiero, nel nostro cuore… e
il sentimento si accende, si cerca la relazione.
Forse allora Luca non menziona il
nome di Gesù perché attende che siamo noi a pronunciarlo, oggi, dopo 2000 anni,
per farlo nascere nuovamente, per renderlo presente nella nostra vita e dunque
in questo nostro mondo. E in questo non possiamo delegare nessuno.
Ma l’omissione di Luca nel menzionare
il nome di Gesù ci dice forse qualcos’altro.
Nel mondo biblico il nome indicava l’essenza
di una persona, la sua caratteristica, la sua missione. La definiva, la
circoscriveva per certi versi. E sembra quindi che non dicendo il nome del
Verbo fatto carne, voglia dire che non è possibile definire Dio, circoscrivere
in un qualcosa di ben determinato il Messia, il Dio che prende dimora in mezzo
a noi. Dio è sempre oltre una immagine, una definizione. Nella nostra fragilità
ci facciamo una immagine di Dio, perché abbiamo bisogno di dargli un volto.
Immagini vere, certo ma comunque parziali. Dio è sempre al di la, è sempre
oltre. Se sfogliamo le pagine della
Bibbia troviamo tanti attributi di Dio e forse la verità di questo Dio bambino è
un po’ tutti questi attributi. Si legge che Dio è: creatore, liberatore,
misericordioso… e si potrebbero elencare tanti attributi con i quali Egli si è
voluto mostrare, manifestare, rivelare agli uomini di tutti i tempi. Questa
sera la parola di Dio ci riporta quattro nomi, che forse potremmo ritenere.
Un bambino è nato per noi… il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio
potente, Padre per sempre, Principe della pace. Mi soffermo
brevemente su questi quattro nomi…
Consigliere mirabile: il Dio che si
fa uomo, che entra nella storia, questo Gesù diviene il consigliere mirabile;
in parole ed in opere, con il suo esempio ci indica la via per un vivere felici,
degli strumenti per poter discernere nelle nostre scelte… quanti episodi sono
riportati nei vangeli nei quali la gente interroga Gesù su questioni di vita…
Dio potente: un Dio che è potente
non alla maniera degli uomini, ma è potente perché è differente…. Dio potente con
la potenza di un bambino che è disarmato e che disarma, che non ha nulla da
perdere. Un Dio che è “potente” nell’amare…
Padre per sempre: che bella questa
espressione! Un Dio che è sempre Padre, che sempre ci genera alla vita, che non
ci abbandona, che si prende cura, un padre che sempre ci rialza e che ci da
l’opportunità di ricominciare, un Dio che ha le sembianze del Padre
Misericordioso della parabola.
Principe della pace: lui il sovrano
di questa virtù tanto attesa e desiderata, soprattutto ai nostri giorni. Pace
attorno a noi, pace in noi… una pace che Lui, e solo Lui può donarci, che può
donare ad un cuore che la cerca, che è disponile a riceverla.
Davanti al presepe allora, davanti
alla grotta di Betlemme, nel silenzio di questa notte e di tutte le notti della
nostra vita invochiamo il nome di Gesù, per farlo rinascere nella nostra vita,
per ridare vita alla relazione con Lui. Invochiamolo, interroghiamolo e guardiamo
a lui in tutte quelle situazioni che necessitano un discernimento, che hanno
bisogno di consiglio; invochiamolo quando abbiamo bisogno di crescere nel
potere dell’amore, un potere che è disarmato e che disarma; invochiamolo quando
abbiamo bisogno di un padre che ci genera nuovamente nella vita o quando a sua
immagine siamo chiamati a esercitare una paternità, a generare alla vita quanti
ci sono stati affidati; invochiamolo su noi e su quanti ci sono intorno, su
questa umanità e su questo mondo che tanto ha bisogno di pace, della Sua Pace,
della Pace che è Lui!
Allora veramente ogni giorno sarà
Natale, ogni giorno sperimenteremo la gioia di un Padre misericordioso, della
Sua presenza nella nostra vita, allora con stupore gioia e riconoscenza
gusteremo la presenza dell’Emmanuele, il Dio con noi!
P. Emanuele -priore della comunità-
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