VITA DELL’ANIMA: PAURA


 

VITA DELL’ANIMA: PAURA

 

In questi ultimi due anni, segnati dalla pandemia, abbiamo visto risvegliarsi molta solidarietà, generosità, gesti di coraggio. Ma anche la paura ha serpeggiato in modo diffuso tra di noi. Paura del contagio, paura dell’isolamento, paura di perdere i propri cari, di perdere il lavoro, paura, ( a volte un po’ esasperata), del vaccino…

 

               Con questo non voglio dire che la paura sia una realtà positiva, al contrario è uno scoglio da superare grazie alla luce dello Spirito. Eppure dando uno sguardo alla Bibbia vediamo che anche i discepoli e le discepole di Gesù nel loro cammino di fede hanno fatto esperienza della paura.

 

Nel nostro immaginario vorremmo vederli sempre come Pietro durante la lavanda dei piedi: coraggioso, generoso, entusiasta, pronto a dare la vita per il suo maestro. Ma non è stato sempre così. I discepoli sperimentarono la paura già sul lago di Galilea durante una tempesta al punto che chiamarono Gesù terrorizzati e sorpresi che lui dormisse tranquillamente mentre rischiavano di affondare. E lui, una volta calmato il mare li rimproverò per la loro mancanza di fede: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”(Marco 4,40).

 

Dopo il secondo annuncio della passione avevano talmente paura che non osavano nemmeno fare a Gesù domande sull’argomento. Ma ciò che più sorprende è la loro paura del sepolcro vuoto! Un evento che avrebbe dovuto incominciare a rincuorarli, rallegrarli, dare loro speranza, li terrorizza. Marco infatti ci dice che le donne accorse al sepolcro per imbalsamare Gesù, alla vista della pietra rotolata via e degli angeli in bianche vesti, corsero via spaventate e sconvolte. Il terrore le aveva invase perché non avevano ancora creduto alla parola di Gesù secondo la quale, Egli, il terzo giorno doveva risorgere dai morti.

 

               La paura infatti è l’esatto opposto della fede! “Perché avete paura? Non avete ancora fede?” La fede è l’incontro con Gesù Risorto in persona. O meglio è lasciarsi avvicinar da Gesù, come i discepoli di Emmaus che quasi senza accorgersene fanno strada con Gesù. E la gioiosa esperienza di questo Dio che si fa talmente come noi da assumere, abitare, la nostra condizione umana, che prende su di sé le nostre persone con le loro potenzialità, con le loro speranze i loro progetti; che non solo non ci rinfaccia le nostre infedeltà, le nostre incoerenze, i nostri tradimenti ma viene proprio per guarirci da tutto ciò. Allora perché avere ancora paura? Non parlo della paura come emozione, quella che ci fa fuggire di fronte ad un imminente temporale, o davanti aduna bestia feroce, insomma quella che tocca la pancia e non il cuore. Queste reazioni le avremo sempre e meno male! Ma si tratta di non coltivarla, in famiglia, sul lavoro, nelle relazioni. La fede non ci risparmierà totalmente la paura ma ci permetterà di attraversarla.

 

               Un’immagine evangelica che abbiamo ancora in mente è quella appena menzionata della “tempesta sedata” usata da Papa Francesco il 27 marzo 2020 per illustrare la pandemia. Un’altra scena evangelica potrebbe orientarci nella nostra vita spirituale è la parabola detta dei talenti. La parabola parla di un padrone che, prima di partire in viaggio, affida i suoi beni a tre servi. I primi due vanno subito ad investirli, il terzo no. Al suo ritorno i primi due servi ai quali aveva affidato rispettivamente cinque e due talenti sono elogiati per averli fatti fruttare e ammessi a condividere la gioia del padrone. Mentre il terzo servo, al quale era stato affidato un solo talento, e che per paura aveva nascosto sotto terra, è severamente rimproverato e cacciato dalla presenza del padrone.

 

Ci viene da chiederci: perché tanta severità nei confronti dei quel servo che in fondo aveva ricevuto meno degli altri? Ma qui si tratta di una parabola ed i talenti in questione non sono né conti in banca né possedimenti. I talenti sono le nostre vite con le nostre possibilità umane ed i doni di cui lo Spirito santo ci colma.

 

Il servo che aveva ricevuto un solo talento ha avuto paura di affrontare la vita. Il talento che Dio dà a tutti è il suo amore smisurato. Il terzo servo ha avuto paura di investire amando. Amando ci esponiamo sempre a dei rischi: in famiglia, a scuola, con gli amici, nella coppia sul lavoro. Poiché nell’amicizia si può essere fraintesi, sul lavoro possono prevalere l’egoismo e la sete di guadagno e nella coppia si può essere traditi. Ma nelle relazioni scopriamo anche noi stessi, ci realizziamo e possiamo esprimere le nostre capacità.

 

Fr Bernardo

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